ESSERE O NON ESSERE.DIETA O NON DIETA. Esperienza personale con una dieta chetogenetica

Autobiografia.
Essere o non essere. Dieta o non dieta.
Era stata una breve vacanza, ma molto diversa dalle consuete: tutte nuove conoscenze, tutte giornate trascorse tra un’escursione in montagna e una sessione di studio. Profonde riflessioni sostenute da una buona e abbondante cucina e da passeggiate su dolci cime sotto un tiepido sole autunnale. Il ritorno invece come gli altri…la solita routine: di nuovo in ambulatorio a convincere e curare i pazienti, le visite domiciliari e le solite ricette. Sarà stata però la nuova compagnia, sarà stata la complicità della bacheca di Facebook che tutt’un tratto mi sono ritrovato a contemplare la mia figura su una miriade di foto che i nuovi “amici” della vacanza avevano “postato”.

                                                        
                                                              KG 118

“Ma per davvero quello sono io?” mi sono chiesto mentre ingoiavo la mia saliva per l’imbarazzo. “Quel ciccione? Quell’orribile figura con le braccia appoggiate sui bastoncini da trekking che a mala pena riescono a cingere l’addome gonfio e disteso dal grasso?” Mi è subito venuto alla mente Vitangelo Moscarda, protagonista del romanzo di Luigi Pirandello: ” Uno,nessuno,centomila” che dopo una battuta della moglie non era più capace di riconoscersi allo specchio….anch’io ho chiamato mia moglie per chiederle chi poteva essere quel disgustoso individuo e lei con un sorriso che trasmetteva scherno e compassione  affermò  sicura che quello che io definivo disgustoso individuo, null’altro era se non io. Di sospetti e indizi, in effetti, ne avevo e ne avevo avuti anche tanti. Le stesse passeggiate sulle dolci cime fatte durante la breve vacanza mi erano costate tanta fatica, tanto sudore mentre sino a pochi anni prima le avevo cavalcate quasi senza sforzo: ma sarà frutto della mancanza d’allenamento. I pantaloni che non si allacciano più: ma dipenderà che con il lavarli si restringono. I bottoni della camicia che saltano e le asole che si strappano: ma dipenderà che i tessuti e le cuciture non sono più quelli di una volta. Allacciarsi le scarpe è diventata una fatica e si va in apnea: sarà frutto della vecchiaia incipiente…insomma per ogni situazione una risposta, per ogni sintomo una causa rassicurante e tranquilla…..però! Però! ” Quello sono io! Non può essere altrimenti, ma dove sono stato sino ad ora? Io medico che non faccio altro che dispensare consigli e soluzioni. Io che per la medicina dovrei essere considerato un cardiopatico a tutti gli effetti avendo avuto un evento coronarico, una quindicina di anni fa, sono proprio un incosciente… e la bilancia?” La bilancia la vedo e la uso quasi tutti i giorni, ma per pesare gli altri. Ogni tanto mi veniva la tentazione di saltarci sopra, perché da qualche parte una certa vocina me lo diceva, ma poi come Pinocchio schiacciava il proprio grillo parlante  anche io tacitavo in un battibaleno il mio. Questa volta però gli tocca: ” 118 Kg! Dio mio! Non è possibile! Per me che sono alto 178 cm, fanno 36,9 d’indice di massa corporea, seconda classe di obesità senza tante discussioni!”. Sarà capitato a tutti di trovarsi difronte, anzi dentro, a un problema, a una preoccupazione. Quando tutto il tuo cervello è impegnato da un susseguirsi veloce d’immagini, un turbinio d’immagini che quasi ti paralizza. La concentrazione è impossibile, l’ideazione molto difficile e queste immagini diventano per te incomprensibili, non saresti nemmeno più in grado di definirle perché, di fatto, non le vedi, ma senti solo un sentimento penoso di ansia che ti chiude lo stomaco sino alla gola. Si deve fare una grande fatica, bisogna richiamare a sé tutte le energie per cercare di studiare qualcosa, di trovare una via d’uscita al problema. Di solito ai miei pazienti consiglio di mettersi a dieta…ma quante volte, bene o male, c’ho provato con dei risultati molto aleatori. Nei mesi successivi all’angioplastica coronarica ero stato davvero bravo: smesso di fumare e dimagrito di 8 o 9 kg, ma mentre per le sigarette ero stato di parola con i piaceri della tavola non c’era stato nulla da fare e il conto era semplice…da allora, ho incrementato la mia stazza di quasi 30 Kg. Potrei sentire i colleghi che praticano la chirurgia bariatrica: ho mandato loro due donne cannone che ora sono la metà di quello che erano, ma non sono convinto che possa andar bene anche per me, e poi? L’intervento presuppone un fermo del mio lavoro e della mia vita di tutti i giorni che non ho proprio voglia di fare…..non ci resta che piangere, direbbero Troisi e Benigni. Adesso che ci ripenso, un mio collega, medico di famiglia anche lui, mi aveva parlato di un informatore medico scientifico che, invece di promuovere farmaci, promuove una dieta. Una dieta che prevede risultati in breve tempo e senza tanta fatica, e che, se avessi voluto, sarebbe potuto venire nel mio studio per presentarmela. In altre circostanze sono convinto che avrei scrollato le spalle, ma quando ci si sente con l’acqua alla gola, qualsiasi appiglio diventa buono. Vi lascio tutti i preamboli e vengo al sodo. Mi è stata presentata non una semplice dieta, ma un metodo che poggia sul principio di una rieducazione alimentare e un regime dietetico oloproteico ed ipocalorico di base che induce una chetogenesi. Tradotto in un linguaggio più semplice, per un certo periodo si devono mangiare solo proteine in modo da indurre la formazione nel sangue di corpi chetonici: l’acetone dei bambini quando hanno la febbre tanto per intenderci, in modo tale che si perde lo stimolo dell’appetito come appunto notoriamente perdono i bambini con l’acetone. Questo garantisce il fatto di non sentire la fame, cosa di non poco conto. Come si formano questi corpi chetonici? Si formano per azione dell’insulina che non avendo più nessun idrato di carbonio, zuccheri, per fornire energia all’organismo si rifà sul  tessuto adiposo, il grasso, quasi sciogliendolo e metabolizzandolo in corpi chetonici. Questo garantisce un rapido calo della pancia e dei posti, dove il grasso è depositato e altera la tua figura e anche questa non è cosa di poco conto. Dati questi presupposti teorici, vediamo com’è stato nella pratica. Qual è stata la mia esperienza personale, perché ora a parlare si fa presto, ma provare a riassumere quello che è stato il mio vissuto, il mio carico emozionale altalenante fra dubbio e preoccupazione, speranza ed esaltazione non è poi così semplice. Non nascondo che all’inizio uno si sente abbastanza disorientato: trovarsi davanti a quel foglio con tutta la lista della spesa, dover immaginare e programmare i tuoi pasti, ordinarli cercando di conciliare i tuoi gusti e le tue abitudini non è proprio semplice. Perché altro punto fondamentale da recepire bene, è che per un certo periodo ( fase attiva) vanno consumati solo alimenti confezionati: belli e pronti o liofilizzati da ricostruire con acqua e poi cucinati al microonde e  verdure, alcune a volontà  e altre in quantità controllata, tutto condito con poco olio di oliva, succo di limone o qualche goccia di aceto non balsamico e spezie a piacere. Il fatto che siano previsti con questo metodo, eccezion fatta per le verdure, tutti alimenti già preconfezionati, comporta due fatti molto positivi: il primo che ti è impossibile sbagliare e non c’è da ammattirsi per la pesatura delle quantità degli alimenti, il secondo che a differenza di tutti quei prodotti  che potresti comprare da solo nei supermercati, sei sicuro che i grassi siano del tutto assenti. Importantissimo poi, con questo metodo, sempre in questa fase attiva, sono proibiti qualsiasi tipo di idrati di carbonio: niente pane, pasta, dolci per l’amor di Dio e anche niente frutta, né latte e derivati. Vanno consumati solo i prodotti che ordini che poi ti sono comodamente recapitati tramite corriere. Ovviamente io medico ho fatto quasi tutto da solo, ma senza dubbio per chi medico non è, conviene affidarsi a qualche professionista perché ogni abito va confezionato su misura, e ogni soggetto va valutato attentamente sia da un punto di vista clinico, fisico e psicologico. Sarà pertanto il medico anche a consigliare l’opportuno integratore per garantire l’ apporto di vitamine e sali minerali per evitare  che possano comparire quelle, se pur rare, complicazioni. Una dieta chetogenica raggiunge il suo obiettivo ed è sempre ben tollerata se ovviamente non si arriva mai all’acidosi e per evitare questo è bene verificare la funzionalità renale, integrare con sali di potassio e calcio e mantenere un flusso urinario elevato bevendo almeno 2 litri di acqua al giorno. Quando il corriere mi ha recapitato il voluminoso pacco con i prodotti, per circa una settimana non l’ho aperto nemmeno. Ogni tanto, quando ci capitavo davanti, mi soffermavo a guardarlo aspettando che mi arrivassero le forze per iniziare. Il mio stato d’animo, come sempre capita in circostanze simili, era molto ambivalente e oscillava fra la voglia e la paura di cominciare. Ho avuto un evento coronarico e chissà se farò bene? Ogni tanto per motivi di aggiornamento professionale o per la mia attività di sindacalista mi trovo a mangiare fuori casa e come potrò fare? Nonostante questi dubbi, anche con l’aiuto e i consigli telefonici di colleghi che l’azienda produttrice ti mette a disposizione, finalmente sono partito. Ritornando indietro con la memoria devo dire che una volta iniziato, questo regime dietetico non mi ha dato nessun problema. Organizzarsi è stato veramente semplice e la fame dopo tre o quattro giorni, quella fame lupina che conoscevo bene, non l’ho sentita più. Dopo la prima settimana ti trovi a mangiare perché è ora di pranzo e cena e tutti quelli intorno a te si siedono a tavola e mangiano, ma tu lo fai solo per consuetudine anzi, te ne scorderesti pure. Certo, quando è domenica e arrivano per il pranzo festivo mio padre anziano e tutti miei figli, provo un certo imbarazzo al momento che mia moglie sforna cannelloni o tortellini mentre io mi devo confrontare con gli spaghettini alle proteine di soia, ma questa sentimento di perdita viene ampiamente compensato ogni volta che sali sulla bilancia. La prima settimana ho perso due chili, la seconda ugualmente, poi è stato un crescendo continuo: in media tre e, se poi cominci anche fare attività fisica, sono anche quattro chili alla settimana. In soldoni dopo 6 settimane ero arrivato a pesare 98 Kg e a questo punto ho iniziato a reintrodurre un pasto proteico normale ( fase selettiva), con un etto di carne rossa magra o 150 gr di pesce o due uova, ma è tutto ben spiegato nelle indicazioni che ti vengono fornite . Seguono poi le fasi di reintroduzione della frutta, dei latticini, del pane e poi della pasta. Per farla breve dopo tre mesi dal giorno zero, mi sono trovato con un peso di 92 Kg, una taglia di pantaloni dalla 62 alla 56 e tanto fiato e agilità in più.

                                                       


                                                              Kg   92


Non solo, anche parametri come colesterolo e trigliceridi si sono abbassati al punto che probabilmente  deciderò  di cessare i farmaci che sto assumendo. A questo punto però si deve mantenere, meglio se migliorare ancora tali traguardi. Devo dire che a distanza di un anno sono tornato al peso di 96 Kg, ma in mezzo c’è stato un Natale, una Pasqua, un’estate con vacanza in villaggio turistico e tante sagre dove il mangiare è l’occasione socializzante e pertanto mi sento ancora soddisfatto…..ma non mettiamo limiti alla provvidenza. Sto pensando di ricominciare per un po’, l’obiettivo è quello di arrivare sotto i 90 Kg, perché al contrario di Vitangelo Moscarda di Pirandello che alla scoperta della propria immagine, meglio, di come lo vedevano gli altri, reagì ritirandosi in se stesso e allontanandosi dalla vita reale in un isolamento patologico, a me è successo il contrario: mi sono buttato nella vita sociale e relazionale ancora di più.

                                                             

                                                                        Kg 96
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Tiziano Scarponi

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